Non chiamatele fotografie (semplicemente)
Poesia è la prima parola che mi rimanda all’arte di Anna Tusa: un pensiero – o piuttosto una visione – che supera la barriera dell’immagine e colpisce i nervi scoperti di ciascuno di noi, ci disarma e ci mette davanti alle nostre fragilità, specchio in frantumi che riflette le nostre multiple immagini.
Accompagnarla nel suo percorso, credere nel suo “amore illeso nonostante”, è per me un punto di arrivo naturale di un viaggio che solo lei può scegliere di condividere.
Sono esseri rari come Anna che contribuiscono a far ardere il fuoco della Fondazione.
ORNELLA LANERI
Presidente Fondazione OELLE Mediterraneo Antico ETS
Un luogo da cui partire, un luogo in cui ritornare. La serie di nove fotografie, realizzate da Anna Tusa, presenta negli spazi della fON Art Gallery dal 28 aprile l’invito.
La casa sulla collina, tra i campi, resta sospesa in un lento divenire dopo una partenza.
Entrando, scorgendone gli interni l’idea che non sia stata abbandonata.
Quella piccola dimora continua a vivere portando su di sé i segni del tempo, vissuto qualche volta tra fatica e speranza, tra spazi sconfinati di chi va e le stanze abitate di chi resta.
Nei preparativi di una colazione, nei piccoli gesti di ogni giorno, qualcosa irrompe con la sua vivacità: il rosso dei papaveri.
È la stagione primaverile l’auspicio, il possibile tempo del ritorno.
In un’ultima inquadratura la casa in controcampo, tra i prati scarlatti, chiude circolarmente la sequenza come nello sguardo di chi, tra realtà e sogno, può farvi ritorno.
Poesia è la prima parola che mi rimanda all’arte di Anna Tusa: un pensiero – o piuttosto una visione – che supera la barriera dell’immagine e colpisce i nervi scoperti di ciascuno di noi, ci disarma e ci mette davanti alle nostre fragilità, specchio in frantumi che riflette le nostre multiple immagini.
Questa mostra parla di un collezionista d’altri tempi, romanticamente e fortemente legato ad una visione per la quale l’opera, nel valore artistico e unicità, l’unico simbolo in grado di rappresentare il suo amore per l’arte.