Questa mostra parla di un collezionista d’altri tempi, romanticamente e fortemente legato ad una visione per la quale l’opera, nel valore artistico e unicità, l’unico simbolo in grado di rappresentare il suo amore per l’arte.
Motivato dal desiderio d’essere parte attiva nel mondo dell’arte, di esperienza in esperienza ha realizzato un sogno che nella sua generosità appare sempre come un umile gesto quotidiano offerto a se stesso, ai suoi amici e alla collettività.
L’aspetto randomico del suo collezionare, non ha né periodi o linguaggi o temi di riferimento, gli consente di accostare la propria vita a quanto di più intimo e profondo un’opera nasconde. Forse un collezionista di un’altra epoca, ancora legato all’emozione dello sguardo, ad una fitta allo stomaco, all’intuito di un attimo, all’idea di accompagnare artisti e galleristi nel loro percorso, laddove possibile, per il semplice piacere di vivere la bellezza instaurando una complice condivisione.
Nato durante l’emergenza Covid-19 per celebrare la straordinarietà di una devozione silenziosa, il progetto Agata on the road, promosso dalla Fondazione OELLE Mediterraneo Antico ETS, giunge quest’anno alla sua quinta edizione. Questa iniziativa si è evoluta in un appuntamento di grande contemporaneità, mettendo in luce il connubio tra arte, cultura e tradizione agatina.
Poesia è la prima parola che mi rimanda all’arte di Anna Tusa: un pensiero – o piuttosto una visione – che supera la barriera dell’immagine e colpisce i nervi scoperti di ciascuno di noi, ci disarma e ci mette davanti alle nostre fragilità, specchio in frantumi che riflette le nostre multiple immagini.
Questa mostra parla di un collezionista d’altri tempi, romanticamente e fortemente legato ad una visione per la quale l’opera, nel valore artistico e unicità, l’unico simbolo in grado di rappresentare il suo amore per l’arte.