Il Canto della Primavera incombe e avvolge i progetti visuali di nove artisti che con linguaggi e tecniche diverse, interpretano il vento che cambia e sviluppano suggestioni e nuove direzioni di rotta, ineluttabili. In tutto il mondo si festeggia l’arrivo della primavera, stagione magica, foriera di nuove visioni e di una chimica rinnovata che accelera i processi biologici e cognitivi degli esseri umani.
Il desiderio avanza, le mancanze di questi ultimi mesi gridano vendetta e il nuovo si fa strada nella progettualità e nella speranza.
Che colore avrà il futuro? Il colore di questa Primavera 2021 assume un valore particolare, simbolo di una agognata rinascita. Dal disegno alla fotografia, dalla pittura al video, dal suono alla scrittura, OELLE ha cercato di regolare il traffico anarchico e randomico di esperienze e personalità diverse, attingendo all’archivio della propria memoria, denso di segni e frequentazioni importanti che hanno lasciato il segno all’interno della comunità OELLE. Per noi il futuro avrà il colore della Cura e della Riflessione.
Negli anni settanta in Italia, arrivò un vento di tempesta colorata e dissacrante con gruppi musicali come la Premiata Forneria Marconi, Area, le Orme, e il Banco del Mutuo Soccorso che scrive e mette in musica l’album “Canto di Primavera”, caratterizzato da suggestioni libertarie e atmosfere innovative.
“Canto di Primavera”, uno tzunami liberamente tradotto e interpretato, ha ispirato l’ennesimo concept della Fondazione Oelle che nello spirito ormai consolidato delle jam session tra le arti ospita opere di artisti internazionali e di giovani esordienti entusiasti di intraprendere l’ardua strada della ricerca artistica e della sua collocazione nel mondo, come elemento fondante di una nuova forma di sostenibilità del pianeta
“L’odore degli zingari è come il mare. Come il mare arriva e non sai da dove. L’odore degli zingari è come il mare. E primavera è oltre il suo cielo chiaro. Non porta più leggende da raccontare. Ma ti sorprende come una malattia…………”.
Banco del Mutuo Soccorso.
“Canto di Primavera” 4m.22
Testi di Francesco di Giacomo e Vittorio Nocenzi, musiche di Gianni e Vittorio Nocenzi.1979.
Poesia è la prima parola che mi rimanda all’arte di Anna Tusa: un pensiero – o piuttosto una visione – che supera la barriera dell’immagine e colpisce i nervi scoperti di ciascuno di noi, ci disarma e ci mette davanti alle nostre fragilità, specchio in frantumi che riflette le nostre multiple immagini.
Questa mostra parla di un collezionista d’altri tempi, romanticamente e fortemente legato ad una visione per la quale l’opera, nel valore artistico e unicità, l’unico simbolo in grado di rappresentare il suo amore per l’arte.