È stato un incontro tra penne promettenti l’unica tappa siciliana della 56a edizione del Premio Campiello, ieri nell’horto del Four Points by Sheraton Catania. Obiettivo del tour letterario, far conoscere al pubblico le opere più rappresentative del panorama italiano.
«La Sicilia è una terra con una tra- dizione letteraria straordinaria – osserva Piero Luxardo, presidente del Comitato di gestione del Premio. Siamo a Catania da diversi anni grazie a Ornella Laneri, che con la Fondazione Oelle ha curato la tappa siciliana del Campiello in Tour, importante per conoscere opere diverse per stili, temi e suggestioni». Suggerite al pubblico dalla lettura di alcuni brani dei romanzi finalisti (La ragazza con la Leica di Helena Janeczeck, La galassia dei de- menti di Ermanno Cavazzoni, Mio padre la rivoluzione di Davide Orecchio, Le vite potenziali di Francesco Targhetta e Le assaggiatrici di Rossella Po- storino) da parte dei giovanissimi attori Roberta Azzarone e Lorenzo Par- rotto. A dialogare con la cinquina il giornalista de La7, Antonio Roccuzzo.
È stato un incontro tra penne promettenti l’unica tappa siciliana della 56a edizione del Premio Campiello, ieri nell’horto del Four Points by Sheraton Catania. Obiettivo del tour letterario, far conoscere al pubblico le opere più̀ rappresentative del panorama italiano. «La Sicilia è una terra con una tra- dizione letteraria straordinaria – osserva Piero Luxardo, presidente del Comitato di gestione del Premio. Siamo a Catania da diversi anni grazie a Ornella Laneri, che con la Fondazione OELLE ha curato la tappa siciliana del Campiello in Tour, importante per conoscere opere diverse per stili, temi e suggestioni». Suggerite al pubblico dalla lettura di alcuni brani dei romanzi finalisti (La ragazza con la Leica di Helena Janeczeck, La galassia dei dementi di Ermanno Cavazzoni, Mio padre la rivoluzione di Davide Orecchio, Le vite potenziali di Francesco Targhetta e Le assaggiatrici di Rossella Po- storino) da parte dei giovanissimi attori Roberta Azzarone e Lorenzo Parrotto. A dialogare con la cinquina il giornalista de La7, Antonio Roccuzzo.
Poesia è la prima parola che mi rimanda all’arte di Anna Tusa: un pensiero – o piuttosto una visione – che supera la barriera dell’immagine e colpisce i nervi scoperti di ciascuno di noi, ci disarma e ci mette davanti alle nostre fragilità, specchio in frantumi che riflette le nostre multiple immagini.
Questa mostra parla di un collezionista d’altri tempi, romanticamente e fortemente legato ad una visione per la quale l’opera, nel valore artistico e unicità, l’unico simbolo in grado di rappresentare il suo amore per l’arte.